Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE
E NOTIZIE - Anno XXII – 03 maggio 2025.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del
testo: BREVI INFORMAZIONI]
Disturbi dello spettro dell’autismo
(ASD): una nuova identificazione nell’ippocampo. Ricercatori
del Mount Sinai Hospital hanno identificato per la prima volta il meccanismo
neurale cerebrale che regola tanto la risposta positiva quanto quella negativa
all’esperienza di incontri con altre persone; nei disturbi dello spettro
dell’autismo e nella schizofrenia questi meccanismi sono alterati, secondo
quanto risulta dai modelli sperimentali. In un modello murino di ASD
l’attivazione dei recettori della serotonina ristabiliva l’abilità mancante di
formarsi un’impressione positiva di un’interazione sociale. In particolare: nell’ippocampo
la 5-HT e la neurotensina determinano il valore positivo o negativo di
un’interazione sociale nel topo; stimolando i recettori della serotonina 5-HT1B,
si otteneva il ristabilirsi della capacità di avere impressioni sociali
positive in un modello murino di ASD. Lo studio identifica specifici bersagli
neuromodulatori per futuri trattamenti di deficit di cognizione sociale. [Fonte: Elizabeth Dowling, Mount Sinai Hospital -
Nature, April 30, 2025].
Disturbi dello spettro dell’autismo
(ASD): la sindrome o disturbo da SHANK2. Il raro disturbo
neuroevolutivo causato da delezione o varianti di sequenza patogene del gene
SHANK2, si presenta come un ASD con marcata disabilità intellettiva e ritardo
neuroevolutivo. Un nuovo studio ha comparato il comportamento adattativo di pazienti
affetti da disturbo da SHANK2 con quello di affetti dalla sindrome di Phelan-McDermid cioè da aplo-insufficienza
SHANK3, e ha rivelato una patologia neuroevolutiva da lieve a moderata, ma
significativo ritardo neuroevolutivo e adattativo, un alto grado di
manifestazioni cliniche di autismo, inclusi sintomi sensoriali, comportamento
ripetitivo e comparsa di ADHD. Nel disturbo da SHANK2, come già rilevato in
precedenza, il livello di fisiologia adattativa è più elevato di quello
presente negli affetti da aplo-insufficienza SHANK3.
[Cfr. Hailey Silver et al., J Neurodev Disord. 17 (1): 25, April 30, 2025].
Malattia di Parkinson e altre
sinucleinopatie: impatto dell’α-sinucleina sui lipidi. L’α-sinucleina
ha un ruolo ben noto e definito nella patogenesi delle sinucleinopatie, inclusa
la malattia di Parkinson e l’atrofia multisistemica, in cui l’alterazione dell’omeostasi
lipidica costituisce un fenotipo chiave. Un nuovo studio, condotto da Peter A.
Barbuti e colleghi, ha studiato le alterazioni del lipidoma
indotte dalla sinucleinopatia nella substantia nigra pars compacta, in campioni post-mortem di pazienti
affetti da Parkinson, e nello striato, in campioni post-mortem di
pazienti affetti da atrofia multisistemica. I risultati supportano la nozione
che vuole la fisiopatologia dell’α-sinucleina strettamente legata alla
disfunzione dell’omeostasi lipidica, che sembra contribuire alla vulnerabilità
delle specifiche regioni del cervello interessate dalle sinucleinopatie. Le
implicazioni terapeutiche sono intuitive. [Cfr. Barbuti P. A. et al., NPJ Parkinsons Dis. 11
(1): 103, April 30, 2025].
Femmine di scimpanzé pigmeo (Bonobo) si
coalizzano contro la violenza dei maschi. È la prima
evidenza documentata di un tale comportamento di coalizione fra femmine di
scimpanzé pigmeo (Pan paniscus) per vincere e neutralizzare le
aggressioni dei maschi, ottenendo nell’85% dei casi la loro sottomissione. Lo
studio (Drivers of female power in bonobos), condotto da Martin Surbeck
e colleghi, si è basato su 30 anni di osservazioni in sei comunità di scimpanzé
pigmei, costituite in modo naturale. La documentazione dimostra come
l’intelligenza sociale e la tendenza cooperativa riescono a vincere quella
dominanza maschile che, in molte altre comunità di primati, sembra strettamente
legata alla taglia dei maschi e alla loro maggiore forza fisica. [Cfr. Communications
Biology 8 (1) doi: 10.1038/s42003-025-07900-8,
2025].
Il morso di un leone a un gladiatore:
prima evidenza osteoarcheologica. In
uno dei cimiteri di gladiatori dell’antica Roma meglio preservati al mondo, Drieffeld Terrace presso York,
sono stati trovati e poi esaminati gli scheletri di 82 atletici giovani,
ottenendo la prima evidenza osteoarcheologica al
mondo di un combattimento gladiatorio tra un uomo e un leone. Il marchio dei
denti del leone sulle ossa di un giovane, di età compresa tra un minimo di 26
anni e un massimo teorico di 35, ha rivelato una ferita non guarita e causa
della morte. Il lavoro, condotto da TJU Thompson e colleghi, fornisce la prima
evidenza materiale dei combattimenti per spettacolo tra leoni e gladiatori. [PLoS ONE – AOP doi: 10,1371/journal.pone.0319847,
April 23, 2025].
Egoismo e scetticismo nel pensiero
corrente? No, difetto di identità della personalità. La
totale disabitudine a considerare temi e problemi della vita secondo prospettive
e paradigmi diversi ha generato sorpresa se non scalpore nella comunicazione di
un approdo critico del nostro Seminario sull’Arte del Vivere di questi giorni.
Si discuteva sul problema delle scelte in termini di morale sociale in una
società scristianizzata, ma che non ha sostituito l’edificio dell’etica religiosa
con qualcosa d’altro e sembra goffamente surrogare col rispetto di leggi e
regolamenti (es.: il politically correct) le decisioni ispirate a valori
assunti come principi personali inderogabili. Si faceva riferimento a una
trattazione di Salvatore Natoli di “Egoismo e Scetticismo”: “Oggi a noi e alla
società di cui facciamo parte tocca valutare, decidere, prendere posizione in
situazione d’incertezza. […] Bisogna invece darsi legge nel senso di
delimitare, di volta in volta, quel che possiamo fare o non fare”[1].
Secondo una visione corrente molto diffusa, i due riferimenti impliciti che
hanno caratterizzato la fine del Novecento e improntano le concezioni della doxa
attuale sono l’egoismo, inteso come individualismo che oscilla tra l’egotismo
dell’immaturo e la lotta di “uno contro tutti”, e lo scetticismo, inteso
come pragmatico esercizio dell’insensibilità al bisogno, al dolore, all’angustia
e perfino al diritto dell’altro.
La riflessione del nostro seminario ha
spostato l’attenzione al livello della psicologia individuale, rilevando dietro
comportamenti mal giustificati in termini filosofici o nemmeno spiegati a sé
stessi e agli altri secondo un costrutto razionale, quella mancanza di
edificazione interiore temuta dai fautori mitteleuropei della bildung,
costituita da un difetto di maturazione della personalità per mancanza di
sviluppo dell’identità sulla base di astrazioni morali.
Una questione che era ben presente ai
Greci, se Sofocle mette sulle labbra di Antigone, richiesta di spiegare
razionalmente il suo rifiuto ad agire per odio, quella frase semplice e bellissima:
“Io sono nata per amare”. [BM&L-Italia, maggio 2025].
Morti precoci causate da cibo
ultra-elaborato: studio condotto in 8 paesi del mondo. Uno
studio di analisi dei dati di dieta rappresentativa della nazione e di
mortalità è stato condotto in Australia, Brasile, Canada, Cile, Colombia,
Messico, Regno Unito e USA, e ha rilevato che le morti premature attribuibili
al consumo di cibo ultra-elaborato (UPF, ultraprocessed
food) aumentano significativamente con la quota di energia fornita da questi
alimenti industriali nel soddisfare il fabbisogno totale di ciascuno. Eduardo Nilson e colleghi sottolineano che i risultati di questa
indagine “globalmente significativa” rende attuale l’imperativo etico di
provvedere con immediati interventi legislativi, culturali e di istruzione
delle popolazioni, per cominciare a limitare questo intollerabile tributo di
vite umane a un erroneo comportamento alimentare, imperdonabile nel terzo
millennio. [American J. of Preventive Medicine – AOP doi: 10.1016/j.amepre.2025.02.018,
2025].
La gastronomia entra a
far parte della cultura ed è riscattata dal sospetto di essere un’arte pagana. Proseguiamo nei nostri appunti di
storia della cucina per sensibilizzare circa la necessità di ritornare alla
preparazione casalinga dei cibi, evitando i prodotti dell’industria alimentare
(v. in Note e Notizie 15-02-25 Notule: I nuovi studi su microbioma
intestinale e asse cervello-intestino evidenziano l’importanza dei costumi
alimentari; Note e Notizie 22-02-25 Notule: Appunti e curiosità su
abitudini alimentari e cucina presso i Romani antichi; Note e Notizie
01-03-25 Notule: Da Roma a Firenze: appunti di cucina medievale italiana
prima del primo libro di cucina; Note e Notizie 08-03-25 Notule: Dai
costumi alimentari medievali alla nascita del lessico della cucina italiana;
Note e Notizie 15-03-25 Le straordinarie ricette del Modo di cucinare et
fare buone vivande rivelano i gusti dell’epoca; Note e Notizie 22-03-25 I
destinatari dei ricettari del Trecento e la breve storia di una brigata di
giovani gaudenti; Note e Notizie 29-03-25 Da cosa mangiava il Collegio
dei Priori nel 1344 al secondo libro di cucina del Trecento; Note e Notizie
05-04-25 La vera storia dell’arista e del vin santo: circolano ancora
racconti smentiti dai documenti; Note e Notizie 26-04-25 Dalle
peculiarità della tavola ai banchetti nuziali di grandi matrimoni storici del
Quattrocento).
La settimana scorsa ci siamo lasciati
con Lorenzo il Magnifico che dava la ricetta dei cialdoni. Cogliamo l’occasione
dell’argomento per rimarcare quanto sia sbagliata l’abitudine scolastica e
politica di equiparare la signoria medicea a una monarchia e i sostenitori
della repubblica nella Firenze del Quattrocento a democratici dei giorni nostri.
Nei documenti dell’epoca si legge la narrazione di un fatto esemplare: quando
il signore della città seppe che un valente scultore e fonditore di bronzo e
ferro per mancanza di commesse era ridotto a vendere le cipolle nell’attuale
Piazza Strozzi, allora detta appunto Piazza delle Cipolle, decise di
commissionargli lavori di decoro artistico e simbolico che avrebbero
risollevato le sue sorti economiche e restituito il suo prestigio di artista;
recatosi al banco di vendita, per potergli parlare dovette mettersi in fila e attendere
pazientemente che tutte le massaie che lo precedevano avessero comprato le loro
cipolle.
Se si vuol cercare di conoscere la
realtà di quell’epoca, e non limitarsi a interpretare le nozioni storiche
scolastiche secondo i paradigmi sociopolitici attuali, è necessario aver
presente almeno due ordini di questioni: 1) la fede in Dio tradotta dalla
maggioranza delle persone in un’interpretazione dei valori cristiani nella vita
di tutti i giorni, in aperto contrasto con le minoranze di fatto atee, per un’antica
influenza familiare barbara e ghibellina; 2) gli usi e costumi nei rapporti
interpersonali derivati da tradizioni familiari di antica data, spesso
trasmesse a persone del popolo entrate nell’orbita della famiglia; tali usi
erano spesso legati all’interpretazione dei ruoli sociali di donne e uomini.
È opportuno a questo punto ricordare la
presenza nelle relazioni umane di un oggetto simbolico astratto e celato, ma in
grado di determinare legami stretti d’intesa e identità fra coloro che lo
condividevano, come distanza di estraneità e separazione da coloro che non ne
erano a parte: il segreto.
Nell’arte, particolarmente nella pittura
ma in misura variabile in ogni altra pratica estetica e artigianale richiedente
maestria, il segreto costituiva la parte inaccessibile del sapere
tecnico, che il maestro rivelava solo agli allievi meritevoli di ereditare un
elemento di conoscenza che si poneva a metà strada tra l’abilità e l’identità.
Il segreto rendeva speciale l’opera e, in tal senso, non costituiva solo un
elemento di caratterizzazione esclusiva riconosciuto dall’intenditore, ma
soprattutto una ragione per l’acquisto, che garantiva economicamente l’autore.
La nascita della figura del cuoco, di
cui si è parlato in precedenza, è strettamente legata al possesso di segreti in
grado di conferire esclusività o unicità indimenticabile ai piatti, preparati
come vere e proprie opere d’arte. I libri di cucina, come il Trattato della
Pittura di Leonardo da Vinci, contenevano gli elementi essenziali – nello specifico
gli ingredienti – e i passi della procedura razionale, ma non rivelavano alcuno
dei segreti che, nel loro insieme, costituivano la parte inaccessibile,
esclusiva del sapere del cuoco. Si è discusso molto, alla fine del Novecento,
su quanto del senso e del valore del segreto rinascimentale appartenesse alle
istanze e alla concezione del magico, nell’emergere di una radice
antropologica rituale e pagana capace di coniugare la vanità dell’affermazione
dell’Io col potere di affascinare e attrarre, a dispetto della professione
cristiana dell’artista, secondo la cultura dominante. Non si è giunti a una
conclusione condivisa, semplicemente perché, se è ragionevole l’esistenza di
una tale origine, non è possibile dimostrarla attraverso la semplice analisi di
scritti biografici dell’epoca. Ma ciò che qui ci interessa è che il possesso del
segreto, emerso tra le prerogative del “capo della cucina”, dello “chef”, per
dirla col francesismo corrente, si conserva ancora oggi per molte ricette di preparazioni
alimentari e di pasticceria[2].
Nasce in questo periodo la figura del
cuoco di corte, non più come semplice e anonimo capo della cucina,
sovrintendente alla spesa alimentare e alla preparazione quotidiana dei pasti
per i sovrani, ma quale “cervello dell’esperienza alimentare e conviviale”, che
avrà fortuna in tutta Europa e connotazioni locali particolari.
Ricordiamo Martino de’ Rubeis, detto in
Italia Martino Rossi o Maestro Martino da Como, anche se era nato nel Canton Ticino,
intorno al 1420. Martino nel 1460 fu al servizio del patriarca di Aquileia a
Roma e poi presso la corte pontificia; il suo Libro de arte coquinaria, considerato il primo testo organico di
cucina, costituisce la fonte delle ricette del più famoso Bartolomeo Sacchi,
detto “Il Plàtina”.
Bartolomeo Sacchi, nato nel 1421 a Piadena
presso Cremona, fu al servizio dei Gonzaga e poi visse a Firenze per quattro
anni, durante i quali si specializzò in greco, latino e filosofia, con profitto
e risonanza tale da essere chiamato dal Papa Sisto IV come suo biografo e
conservatore della Biblioteca Vaticana. Fu dunque un cuoco intellettuale,
secondo la moda che stava nascendo a Firenze, e nobilitò l’arte della cucina
come non mai in precedenza, scrivendo il celeberrimo De honesta
voluptate et valetudine, un trattato inizialmente
pubblicato a Roma nel 1475 in latino perché lo si potesse intendere in tutta
Europa, ma poi ristampato numerose volte in italiano, francese e tedesco. Nei
secoli seguenti, questo testo fu considerato da molti superiore per livello letterario
a quelli di più grande fortuna popolare scritti da Cristoforo Messisbugo, Bartolomeo Scappi, Domenico Romolo (Panonto), Giovanni del Turco e Giovanni Carlo. Tra la fine
del Cinquecento e l’inizio del Seicento, ristampando il De honesta voluptate et valetudine
quale classico della cultura gastronomica, vi includevano in appendice il libro
di Vincenzo Cervio (1581) dedicato al taglio delle
carni: Il Trinciante, considerata opera ineguagliabile e insostituibile
per la corretta preparazione dei piatti di carne.
Anche se Bartolomeo Sacchi aveva copiato
le ricette da Martino de’ Rubeis, il suo testo fu tenuto sempre in grande
considerazione, sia perché aveva fatto diventare l’arte della cucina parte
delle più nobili conoscenze umanistiche, proponendo una sintesi di tutte le
conoscenze gastronomiche di quel secolo e una piena giustificazione dell’apprezzamento
dei piaceri del gusto nel rispetto della mortificazione cristiana della
voluttà, intendendo la cucina al servizio di celebrazioni in gloria del Signore,
non disgiunte dai doveri di digiuno e astinenza nei tempi comandati.
Interessante notare che il Platina in quest’opera consiglia l’uso della
forchetta, più efficace e pulita delle dita, che aveva appreso nei suoi anni
trascorsi a Firenze, frequentando la casa e la tavola di Cosimo il Vecchio, suo
figlio Piero e il nipote Lorenzo, nella loro splendida e monumentale villa
medicea di Careggi[3].
[continua]
Notule
BM&L-03 maggio 2025
________________________________________________________________________________
La Società
Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society
of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze,
Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come
organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Salvatore Natoli, Parole
della Filosofia – o dell’arte di meditare, p. 132, Feltrinelli, Milano 2004.
[2] Basti pensare a racconti della
letteratura poliziesca, in cui vi sono trame criminali ordite per impossessarsi
delle ricette segrete di una pasticceria di successo, o alla trasmissione
familiare dei segreti di cuochi e pasticceri. Per inciso si ricorda che, pur
nel rispetto delle leggi vigenti sulla dichiarazione degli ingredienti, sono
segrete, ad esempio, le ricette del liquore Strega e del Fernet
Branca.
[3] Paolo Petroni, Il libro della
vera cucina fiorentina, p. 31, Giunti, Firenze 2012.